Si sente spesso parlare di intolleranza al lattosio, difficilmente si trovano informazioni esatte e si rischia spesso di confondere un fastidio momentaneo e transitorio per un disturbo più serio o, al contrario, di trascurare qualcosa che andrebbe accertato.
In questo articolo capiremo in cosa consiste l’intolleranza al lattosio, cosa la provoca, quanti tipi ne esistono, come distinguere l’intolleranza dall’allergia, come diagnosticarla e come curarla.
L’intolleranza al lattosio è l’incapacità del corpo di digerire il lattosio, un tipo di zucchero presente nel latte e latticini.Circa il 70% della popolazione mondiale ne sarebbe interessata. L’Italia presenta una forte variabilità, con una prevalenza che varia dal 50% delle regioni settentrionali e quasi 80% della Sardegna.
L’intolleranza al lattosio è causata dalla carenza di lattasi, un enzima presente nella parete dell’intestino tenue, la cui funzione è scomporre la molecola del lattosio e convertirle in glucosio e galattosio. Normalmente l’attività dell’enzima compare durante la gestazione: l’individuo intollerante è destinato a perdere la funzionalità dell’enzima lattasi progressivamente nel corso della vita.Oltre il sesto mese di vita l’enzima lattasi diminuisce sua attività fino a ridursi nell’adulto ad un decimo del suo valore alla nascita (nessun animale beve latte lungo tutta la sua vita, eccetto l’uomo).
Non digerendo una parte importante degli alimenti, con l’avanzare dell’età, possono comparire problemi di malassorbimento e maldigestione, con sintomi abbastanza fastidiosi, che, se non diagnosticati, portano a un notevole peggioramento della qualità di vita.
La risposta è no, l’intolleranza può essere primaria o secondaria.La primaria è l’intolleranza al lattosio ereditaria, quando la persona ha predisposizione genetica per essere intollerante. L’intolleranza secondaria, invece, è dovuta a qualche malattia o lesione intestinale acquisita durante la vita.
Non necessariamente una persona è intollerante al lattosio, a seconda dei sintomi può esser allergico.L’allergia al latte è una risposta del sistema immunitario correlata ad una reazione infiammatoria alle proteine, che coinvolge in particolare l’apparato respiratorio, il sistema cutaneo ed il tratto gastro-intestinale. L’allergia a questo nutriente è leggermente più frequente nei bambini, i sintomi appaiono immediatamente dopo l’ingestione del latticino e si manifesta principalmente con prurito cutaneo, orticaria, congestione nasale, starnuti, tosse, respiro affannoso, diarrea e vomito.
Solitamente i sintomi non sono immediati, ma iniziano da 30 minuti a 2 ore dopo che la persona ingerisce dei cibi o bevande che contengono il lattosio. I principali sintomi sono:
Se noti qualcuno di questi sintomi sarebbe bene richiedere una visita con il gastroenterologo.
Per essere sicuro che sia proprio l’intolleranza a causare questi sintomi, il tuo medico potrebbe richiedere il test del respiro al lattosio (Breath Test).È un test sicuro e di facile esecuzione, in cui il paziente assume un liquido ricco di lattosio e il medico analizza la quantità di idrogeno espulso dal respiro del paziente ogni 30 minuti. Il test ha una durata di 3 ore, in cui il paziente dovrà rimanere comodamente seduto, a riposo. Il test del respiro con lattosio è attualmente considerato l’esame più affidabile e meglio tollerato per la diagnosi di intolleranza al lattosio.
Purtroppo non ci sono trattamenti definitivi per l’intolleranza al lattosio.Le persone affette da questo problema devono evitare di mangiare prodotti contenenti lattosio, ma quando vogliono occasionalmente fare un’eccezione, possono prendere l’enzima lattasi in forma di capsule o compresse masticabili.
Anche se i sintomi possono essere fastidiosi, l’intolleranza al lattosio non è una patologia grave e il paziente, una volta trattato, potrebbe notare un notevole miglioramento della sua qualità di vita.
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