Quante volte vi sarà capitato di soffrire di mal d’orecchio dopo un volo in aereo??Il mal d’orecchio in aereo, noto anche col termine di otite barotraumatica, è un fenomeno moltocomune durante il decollo e soprattutto all’atterraggio, sono situazioni il più delle volte benigne,ne possono soffrire numerose persone sia adulti che bambini.E’ causato da una differenza di pressione repentina che si instaura tra le strutture internedell’orecchio ( in particolare l’orecchio medio) e l’ambiente esterno.
E’ una cavità posta all’interno dell’osso temporale la cui funzione è quella di amplificare le ondesonore e trasmetterle all’orecchio interno.E’ delimitato esternamente dalla membrana timpanica che lo separa dall’orecchio esterno eposteriormente dall’orecchio interno, che contiene la coclea e l’apparato vestibolare.Nell’orecchio medio è presente la catena degli ossicini martello, incudine e staffa, chetrasferiscono le vibrazioni del timpano ai liquidi dell’orecchio interno sotto forma di onda sonora.Fisiologicamente l’orecchio medio contiene aria, ha una sua pressione interna che è normalmenteuguale a quella atmosferica, è connesso con il rinofaringe, porzione posteriore del naso, tramitela tuba di Eustachio, un condotto virtuale a riposo, che in particolari condizioni si aprepermettendo il passaggio di aria dal cavo orale all’orecchio medio, andando cosìad eguagliare la pressione interna con quella ambientale.Oltre la funzione aerodinamica, la tuba permette il corretto deflusso del muco normalmentepresente sulla mucosa tubarica, evita inoltre il passaggio di agenti patogeni dal faringe, impedisceai normali rumori del corpo (respiro, voce, battiti del cuore, deglutizione) di andare a batteredirettamente sul timpano.E’ un condotto lungo circa 35-45 mm nell’adulto, si divide in una parte ossea e una cartilaginea, nelbambino la tuba è più corta e di diametro minore.La tuba di Eustachio si apre con gli atti deglutitori, con la masticazione, con gli sbadigli e ancheattraverso la manovra di Valsalva o manovra di compensazione, che consiste nel tapparsi il naso,tenere la bocca chiusa e spingere l’aria nella porzione posteriore della gola determinandol’ingresso di aria ad alta pressione nell’orecchio medio.La sua apertura avviene mediante la contrazione dei muscoli peristafilini ( muscolo tensore edelevatore del palato).
In caso di otite barotraumatica le tube di Eustachio non riescono a compensare un cambiamentorepentino tra la pressione dell’orecchio e la pressione atmosferica, pertanto tale squilibriopressorio che viene a crearsi mette in tensione la membrana timpanica, retraendola e rendendolameno efficiente nella trasmissione dei suoni .Nel caso dei voli aerei il cambiamento di pressione è dovuto alla brusca variazione di quota, sia insalita che in discesa.Ci possono essere delle condizioni predisponenti quali infiammazioni a carico dell’orecchio,sinusiti, raffreddori, allergie nasali, nelle quali le tube di Eustachio non riescono ad aprirsiadeguatamente per compensare la variazione di pressione.Altri fattori scatenanti possono essere: le escursioni in montagna o le immersioni subacquee, otiteo altre infezioni dell’orecchio, lesioni del timpano, la presenza di una deglutizione atipica, nellaquale vengono reclutati gruppi muscolari sbagliati durante la deglutizione e possono variare lepressioni nel rinofaringe, patologie nasali come deviazioni del setto, poliposi, presenza di adenoidi,riniti allergiche, virali e batteriche.Questa condizione può interessare con maggior frequenza anche neonati e bambini, perché inquesta tipologia di pazienti la tuba di Eustachio ha un diametro inferiore rispetto a quelladell’adulto ed è più corta e, di conseguenza può bloccarsi con maggior facilità.
dolore alle orecchie o otodinia, è il primo segnaleovattamento monolaterale o bilaterale o sensazione di orecchio tappatoacufeni, ronzii o fischicalo dell’udito o ipoacusia
La diagnosi si basa inizialmente sulla raccolta anamnestica della sintomatologia, se il dolore o ilcalo dell’udito sono scaturiti dopo un volo aereo, si dovrebbe sospettare un barotrauma.La conferma diagnostica si ha attraverso una visita otorinolaringoiatrica con esame otoscopicoche evidenzia una velatura o una retrazione della membrana timpanica, può individuare anche lapresenza di un versamento retrotimpanico.Tra gli esami strumentali, l’esame audiometrico dimostra la presenza di un deficit uditivo di tipotrasmissivo, di lieve-media entità e l’esame impedenzometrico con timpanogramma spostato suivalori negativi o di tipo C, indicativo di una disfunzione della tuba.Per escludere la presenza di un otite o di una perforazione della membrana timpanica è necessariosottoporsi a visita specialistica.
Bisogna adottare dei semplici accorgimenti quali:masticare una gomma o succhiare una caramella, sbadigliare e bere a piccole dosi, in modo dafavorire l’apertura e la chiusura della tuba di Eustachio, così da pareggiare i livelli pressori.Se il paziente è affetto da rinite è opportuno assumere dei decongestionanti nasali in spray primadel volo, circa un ora-30 minuti prima, è consigliato rinviare il volo aereo in caso di raffreddoriimportanti o otiti acute.Si può effettuare la manovra di Edmonds consistente nello sporgere la mandibola in avantie farla scivolare e contorcere in avanti e indietro, da un lato all’altro, la manovra di Valsalva(descritta precedentemente) , la manovra di Toynbee consistente nel chiudere le narici, bere unsorso d’acqua e deglutire, la manovra di Lowery e cioè deglutizione col naso chiuso.Nel caso di bambini molto piccoli è opportuno l’uso del ciuccio.Si può anche utilizzare un dispositivo a palloncino ( Otovent) che viene fatto gonfiare con unanarice .
L’evoluzione del disturbo avviene in genere spontaneamente verso la risoluzione in pochi giorni.Il trattamento può essere sintomatico, mirato a risolvere il dolore e l’infiammazionesomministrando analgesici e antinfiammatori o gocce otologiche ad azione antalgica, antibiotici ocortisonici in caso di flogosi e antistaminici per ridurre la produzione di muco.La perdita di udito è quasi sempre temporanea.E’opportuno rivolgersi allo specialista qualora la sintomatologia non dovesse risolversiautonomamente nell’arco di pochi giorni.
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